Pagina 4 di 4 L'ipnosi, le nevrosi e la civiltà industriale Perché i neuropsichiatri, in Italia e in tutti i paesi di «avanzata civiltà» non praticano volentieri l'ipnoterapia? Perché richiede molto tempo, molto impegno e fatica e non rende, non consente lauti guadagni. È preferibile una più o meno rapida visita, poco faticosa, una ricetta e riscuotere l'onorario. L'ipnosi richiede molto tempo e procura magri introiti; al medico ipnotista resta, come valido compenso, la soddisfazione di poter ridare la salute e la tranquillità a molti infelici. Si può dire che note di nevrosi esistono anche in tutti i pazienti affetti da qualunque malattia organica. Se fossero stati sempre sereni e fiduciosi, le difese organiche sarebbero rimaste sempre efficienti e non avrebbero potuto contrarre né la carie dentaria, né la calvizie, né l'artrosi, né l'arteriosclerosi, né il cancro. Le persone felici non si ammalano mai. Coerentemente con la Legge della Salute per evitare di ammalarsi occorre la serenità, cioè la mancanza di nevrosi. Sono perciò oltremodo preoccupanti le risultanze di un'accurata inchiesta fatta in tutto il mondo sulla depressione, che è il più comune sintomo delle nevrosi, le cui cause sono nel processo che ha reso all'uomo la vita più difficile, più affannosa e complicata. Altri fattori sono: il tecnicismo, il materialismo, il declino dei valori morali, l'ansia febbrile del successo. In Italia su 100 persone risultano affette da depressione circa 20 in Lombardia, Piemonte, Emilia, circa 18 nel Lazio, Puglie, Basilicata, Marche, alquanto meno nelle altre regioni. Risultano più colpite le regioni più ricche ed economicamente e socialmente più progredite. Gli stessi risultati si hanno anche nei paesi del resto del mondo: hanno più di 20 depressi ogni cento abitanti i paesi scandinavi, la Germania, l' Urss, il Giappone, la Francia e gli Stati Uniti. A che giova, c'è da chiedersi, questo grande benessere economico, ma avvelenato, se si traduce in una perenne e diffusa infelicità? È chiaro che il mondo sta percorrendo una strada sbagliata, sta perseguendo un progresso innaturale più nocivo che utile, dato che distrugge non solo le risorse del pianeta terra, ma aumenta l'infelicità dell'uomo.
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