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Saggio: Gli Stress Psichici Causa Di Tutte Le Malattie 1970

Libro: Medicina Anno Zero 1983

Periodico: La Medicina Dell'Avvenire 1980-1988

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Psychic Stress The Cause of all Diseases 1970

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Capitolo VII - Reumoartropatie
Indice articoli
Capitolo VII - Reumoartropatie
Artrosi, piaga sociale
Casi trattati
L ipnosi, le nevrosi e la civilta industriale
 
 
 
 
 
 

Riporto qui alcuni dei casi più significativi, scelti tra i tanti da me trattati in questi ultimi anni. In nessun'altra malattia come nelle artropatie ho avuto risultati così evidenti, in certi casi addirittura «miracolosi», da poter essere considerati delle valide prove ex - adiuvantibus per dimostrare la causa psichica di tali malattie. I casi negativi o non pienamente soddisfacenti si riferiscono solo a persone scarsamente sensibili all'ipnosi o che hanno interrotto il trattamento dopo solo poche sedute, o altre nelle quali c'erano delle lesioni irreversibili come anchilosi con gravi deformazioni articolari e ossee risalenti a parecchi anni.
 
Negli altri casi, nei quali non esistevano le difficoltà su accennate, anche se inveterati e ricoverati ripetutamente e a lungo, non sono mai mancati ottimi risultati,taluni controllati a distanza di anni. Due di questi casi sono riportati nel capitolo III (N. 1 e 5). Di questi e di altri che riporto qui di seguito, esiste un'abbondante documentazione, essendo stati, la maggior parte, curati a lungo e ricoverati in reparti ospedalieri.

Caso N. 1 — Leonardo S. — Artrite reumatoide — Uomo di 55 anni, ammalato da vari anni, curato e ricoverato varie volte in un ospedale reumatologico. Quando si presentò da me era quasi completamente irrigidito in quasi tutte le articolazioni, camminava lentamente, saliva le scale a stento, con le mani bloccate e le dita nodose, gli era impossibile afferrare gli oggetti. Da oltre un anno era impossibilitato a eseguire qualsiasi lavoro.
Fin dalla prima seduta sprofondò bene ed ebbe un notevole miglioramento. Dopo la seconda erano già scomparsi tutti i dolori e le articolazioni erano già libere e sciolte. Solo le mani erano ancora dure e rigide. Quando venne per la quarta e ultima seduta anche le mani erano completamente mobili, ma a causa della lunga inazione erano diventate mollicce, coi muscoli atrofizzati e deboli, ma tutti i movimenti erano possibili ed era scomparsa del tutto qualunque dolorabilità. Siccome veniva da un paese dell'estremità nord della Sardegna, distante oltre 200 chilometri, gli insegnai come autoipnotizzarsi e non ritenni necessario praticargli altre sedute.

Caso N. 2 — Francesco M. — Artrosi — Durante una gita domenicale passai a salutare un amico, di circa 50 anni, in un paese vicino. Lo trovai immobilizzato su una sedia a sdraio e mi raccontò che circa tre mesi prima, in piena estate, aveva accusato forti dolori alla colonna dorso - lombare, che si erano aggravati rapidamente tanto da costringerlo a letto. Due medici succedutisi nel curarlo non erano riusciti ad attenuargli i dolori insopportabili. Aveva ricorso a un terzo sanitario che c'era riuscito parzialmente. Gli era impossibile muoversi e tanto meno stare in piedi anche per poco. Si era fatto quindi accompagnare in città e ad un primo esame radiologico venne evidenziata una grave forma artrosica a rapida evoluzione. Si era fatto portare da un altro reumatologo la cui visita e un'altra radiografia confermarono la precedente diagnosi. Aveva continuato le cure che ancora erano in corso, ma il miglioramento era stato lievissimo. Non poteva ancora reggersi in piedi ed era preoccupatissimo perché temeva di rimanere immobilizzato per sempre.
 
Gli parlai dell'ipnosi e l'indomani si fece accompagnare al mio studio. Risultò abbastanza sensibile a tale terapia e gli praticai la prima seduta. Dopo qualche giorno tornò per la seconda prova assai contento: era potuto rimanere tutto il giorno in piedi, badando ad alcuni muratori che lavoravano nella sua abitazione e non ne aveva minimamente risentito. Dopo la seconda seduta non si fece più vedere. Mi comunicò che aveva continuato a migliorare e ormai stava benissimo.
Per parecchio tempo non ebbe più alcun disturbo, pur non avendo continuato alcuna terapia. Dopo oltre due anni, in un periodo di notevoli ansietà e preoccupazioni, avvertì tuttavia di nuovo alquanta dolorabilità alla schiena, ma in forma non grave e con episodi passeggeri.

Nota: 1 — È da rilevare in questo caso l'insorgenza quasi improvvisa e nella stagione più calda; il rapido aggravarsi e poi anche la rapida remissione dei sintomi e la pronta interruzione del processo distruttivo delle cartilagini articolari. 2) Sarebbero state necessarie parecchie altre sedute per evitare la ricaduta e più ancora per eliminare la nevrosi che aveva provocato l'artropatia. 3) In questo caso mi sarei aspettato che il paziente, visti i brillanti risultati conseguiti con l'ipnosi nel primo episodio patologico, appena intervenuti anche lievi sintomi di ricaduta fosse ricorso prontamente di nuovo all'ipnosi.
Debbo convenire che lo stesso fatto mi è capitato varie volte e mi ha lasciato alquanto sconcertato. Per esempio: un uomo che avevo guarito da un'ulcera duodenale, parecchi anni dopo ha avuto un infarto, ma invece di recarsi al mio studio per essere curato rapidamente e definitivamente con l'ipnoterapia, ha preferito affidarsi a un centro cardiologico. Un altro al quale guarii l'ulcera, contrasse dopo vari anni l'asma, dalla quale è ancora afflitto, senza che gli sia venuto in mente che con l'ipnosi sarebbe sicuramente guarito in modo perfetto. Una donna anziana, con una nevrosi grave, preferì curarsi, senza alcun miglioramento, con le solite inutili e nocive pillole, pur sapendo che in precedenza le avevo guarito un figlio da una gravissima nevrosi. Perché? Mistero della complessa psiche umana. Ma anche della quasi totale disinformazione sull'argomento, oltre a un'assurda diffusa diffidenza verso l'ipnosi.

Caso N. 3 — Antonio C. — Artrosi del rachide — Artralgia diffusa — Uomo di circa 38 anni, da 20 anni affetto da artrosi con artralgia diffusa a quasi tutte le articolazioni. Operaio in una fabbrica di bibite doveva spostare, accatastare, caricare e scaricare le casse; tutti movimenti che gli provocavano una molesta continua dolorabilità, a volte lieve, ma talora molto intesa. Mi raccontò che a Natale era rimasto a casa solo con la moglie e si erano proposti di trascorrere una giornata serena. Invece a un certo punto il paziente si era chinato a raccogliere qualcosa ed era rimasto bloccato, senza potersi risollevare a causa del vivo dolore. Accorsa la moglie, erano rimasti a lungo così, piangendo entrambi. Dopo avergli praticato solo quattro sedute (il paziente risultò molto sensibile all'ipnosi e cadde fin dalla prima seduta in ipnosi profonda) questo giovane si sentì completamente guarito, libero nei movimenti, sciolto e del tutto privo di qualunque dolorabilità. Dopo vari anni mi comunicò che era sempre rimasto in ottima salute.

Nota: — Spesso si legge e si suole ripetere che pergli effetti terapeutici non è necessaria una trance profonda. Ho tuttavia constatato che, di norma, con un sonno profondo, con amnesia e anestesia completa, si ottengono risultati favorevoli più rapidi e più intensi. Con l'ipnosi leggera, per ottenere analoghi risultati, è necessario un maggior numero di sedute.

Caso N. 4 — Salvatore T. — Artrosi lombare e del ginocchio —Impiegato statale di 60 anni, aveva da vario tempo accusato qualche artralgia alla colonna lombare e al ginocchio sinistro. Da vari mesi i dolori si erano esacerbati e l'avevano costretto a letto. Ai raggi X venne accertata l'artrosi. Ricoverato per oltre un mese in un reparto reumatologico, era stato dimesso notevolmente migliorato. Quando venne da me per la prima seduta era ancora sofferente: dolori alle articolazioni e leggera claudicazione; era inoltre pallido, depresso, astenico..
Dopo varie sedute ebbe un eccellente miglioramento, da considerare una vera e propria guarigione, perché, non solo scomparvero del tutto i dolori e la claudicazione, ma riacquistò la perfetta capacità funzionale e si sentì rinvigorito in tutti i sensi.

Nota: — L'ipnoterapia, in confronto alle cure farmacologiche, ha il vantaggio innanzitutto di non nuocere, come per lo più in maggiore o in minor misura fanno i medicinali, poi, non solo elimina il sintomo o una determinata sindrome, ma guarisce e rinvigorisce l'organismo nel suo insieme.

Caso N. 5 — Salvatore M. — Artrosi del ginocchio sinistro —Chiudo questa breve esposizione col mio caso personale. Negli anni 50, in un periodo nel quale, a causa di varie traversìe, ebbi molte preoccupazioni ed ero notevolmente depresso, per la durata di oltre un biennio soffersi di artralgia al ginocchio sinistro, con discreta tumefazione e una certa dolorabilità specie rimanendo a lungo in piedi e nella deambulazione; limitato notevolmente e doloroso il movimento di flessione del ginocchio. Radiologicamente vennero, più volte, riscontrati notevoli segni di artrosi. Mi praticai una lunga terapia autosuggestiva che mi portò a una completa guarigione clinica.
Fino ad oggi non ho avuto alcun disturbo né al ginocchio né ad alcun'altra articolazione. In questi circa venti anni ho eseguito tutti i movimenti possibili (salto, corsa, tennis, nuoto, salita di molte rampe di scala di corsa, eccetera), senza essermi neppure ricordato mai dell'artrosi sofferta.
Sono tuttavia certo che, se mi venisse praticata di nuovo una radiografia, i segni dell'artrosi verrebbero ugualmente rilevati. Infatti, mentre piegando il ginocchio destro, arrivo col tallone a toccare il gluteo, a sinistra invece il piegamento del ginocchio è assai più limitato e il tallone rimane a parecchi centimetri dal corrispondente gluteo. Mi considero comunque perfettamente guarito.

Nota: — Ritengo che nelle artropatie la dimostrazione dell'avvenuta guarigione non si possa conseguire con l'esame radiografico, a meno che non sia facile distinguere in modo certo quando un processo artrosico è in fase attiva e quando invece è spento, anche se rimangono i segni delle pregresse alterazioni.

L'osteoporosi o decalcificazione delle ossa è frequentissima nelle persone colpite dall'artrosi, pressoché costante negli anziani. Non se ne conosce la causa. Per curarla sono stati impiegati molti farmaci, nessuno di sicura e costante efficacia. Ho avuto occasione di praticare l'ipnoterapia ad artrosici che contemporaneamente avevano una gravissima osteoporosi, che era guarita perfettamente assieme all'artrosi. Posso pertanto affermare che la sola cura veramente efficace per eliminare l'osteoporosi è l'ipnoterapia..
Altre forme. elencate tra le reumoartropatie sono le malattie del collageno (lupus eritematoso, panarterite nodosa, sclerodermia...). Sono malattie inguaribili, delle quali non si conosce né la causa né alcuna terapia efficace..
Ho avuto occasione di praticare l'ipnosi a due pazienti con sclerodermia in uno stadio molto avanzato:
 
1) Peppina O. — Di circa 35 anni, della provincia di Sassari —Le sue condizioni erano impressionanti: pelle lucida, tesa, anelastica, non sollevabile in pliche, le articolazioni del polso, delle mani e delle dita irrigidite e anchilosate. Non poteva fare quasi nessun movimento: né aprire le mani o le dita, né aprire la bocca se non un tantino....
Dopo varie sedute, notai e anche lei accusò, una certa maggiore mobilità delle articolazioni, la pelle era diventata più elastica e il viso più colorito. Un notevole miglioramento anche nelle condizioni generali. Rimase molto soddisfatta dei risultati conseguiti.

Nota: — Se avesse potuto praticare molte altre sedute, avrebbe potuto conseguire (penso con anche qualche piccolo intervento per sbloccare alcune articolazioni) un notevole miglioramento,tale da renderla di nuovo autosufficiente.

2) Graziella G. — Anni 23 — Colpita dalla tremenda malattia già da vari anni, prima che avesse completato il proprio sviluppo fisico, giunse all'ipnoterapia quando le sue condizioni erano già molto compromesse. Praticò un notevole numero di sedute e ne ripetè alcune altre dopo vari mesi. Si dichiarò molto soddisfatta dei risultati positivi ottenuti.

Note: 1 — Se le due pazienti fossero state trattate con l'ipnosi fin dall'inizio della malattia, cioè prima di instaurarsi fatti gravi e irreversibili, è probabile che avrebbero potuto vivere a lungo in discrete condizioni generali e locali.

Riassumendo brevemente si può affermare che le strutture, le cattedre e i reumatologi possono vantare risultati veramente efficaci quasi solo con gli interventi chirurgici correttivi, molti dei quali sono stati perfezionati ancor più negli ultimi decenni e che hanno una notevole importanza marginale, cioè per casi limitati, mentre non c'è stato alcun progresso nella prevenzione e nella cura delle malattie artrosiche, il cui incremento non accenna a diminuire.
L'opera degli ormai molti reumatologi non può infatti che limitarsi a combattere il dolore con farmaci che, per lo più, hanno anche gravi effetti nocivi, tanto che il loro largo uso porta più danni che benefici.
I soli rimedi preventivi e curativi sono dunque sicuramente quelli psicologici, particolarmente l'ipnoterapia, come dimostrano i casi riportati.