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Successivamente, negli anni '70, il Prof. Ballabio, titolare della Cattedra di Reumatologia dell'Università di Milano, affermò, dopo aver detto che «l'artrosi colpisce il 40 e anche il 50 per cento dei lavoratori», che «l'artrosi, autentica piaga sociale, è strettamente legata all'invecchiamento». E aggiunge: «Il paziente sogna, è naturale, la pillola miracolosa... giù la pillola e subito via il tremendo mal di schiena dell'artrosi... Ebbene, la pillola non c'è ancora: è meglio togliersela dalla testa; anche se nulla vieta di sperare e di credere che un giorno o l'altro verrà». (Oggi Illustrato, N. 9, 1972). Mi piace cogliere questa occasione per riferire alcune altre frasi pronunciate dallo stesso prof. Ballabio in occasione di un congresso tenutosi a Pugnochiuso negli ultimi mesi del 1972. Disse, dopo aver confermato che «non vi è prevenzione per quanto riguarda le malattie reumatiche», che le medicine non sono, come molti pensano, il rimedio assoluto. A parte il fatto che i più classici reumatismi non sono assolutamente guaribili, conclude che «il rimedio contro i reumatismi, vera malattia sociale, va ricercato soprattutto in un migliore sistema di vita umana». Il che lo avvicina assai alla tesi sostenuta in questo volume. Dagli anni 50 e 70 facciamo un salto agli 80, ai nostri giorni. Leggiamo quanto scrivono e dicono i più qualificati cultori odierni della Reumatologia. A un convegno organizzato a Bologna nel luglio 1980 dalla Lega Italiana contro il dolore; il prof. G. Montinelli, direttore della clinica ortopedica dell'Università di Roma, intervistato da Ugo Martegnani (Unione Sarda del 25 - 7 - 1980) riassume in modo chiaro la situazione odierna dell'artrosi: «In Italia alcuni milioni soffrono di reumoartropatie, in Inghilterra venti milioni, negli Stati Uniti oltre 40 milioni. Cause? malattie dismetaboliche, peso eccessivo, mancanza di movimento, positure errate, stress eccessivi, alimentazione inadeguata, esiti di traumi curati male, e via dicendo». Continua il Prof. Monticelli: «Di questi mali non si guarisce: maghi, stregoni, fattucchiere, manipolatori di erbe servono quanto i medici. Niente. E perché? Per la semplice ragione che non se ne conosce l'origine. Sono mali nati con l'uomo. Tutto quello che si può fare è lottare contro il dolore che quei mali provocano...».
Nella Rivista del Medico Pratico (N. 13, Nov. 1982, pag. 32), alla domanda: «Esiste una terapia dell'artrosi?» viene una chiara, sintetica risposta: «Finché non conosceremo la vera causa e i meccanismi iniziali dell'artrosi, non sarà possibile instaurare un razionale trattamento eziologico». Non occorre altro per concludere che, nonostante un gran numero di valorosi scienziati e un'immensa quantità di mezzi impiegati in tutto il mondo (sottratti alle necessità esistenziali dei popoli) per combattere i reumatismi, la cosiddetta scienza medica ha totalizzato solo un altro ennesimo catastrofico fallimento. Perché? Per aver persistito (come è avvenuto anche in tutte le altre malattie) sulla strada monotona e a fondo cieco dei metodi tecnicisti. Solo per l'artrite reumatoide sono stati talora prospettati tra i fattori causali anche quelli psicologici. In particolare Renata Gaddini nella monografia «Psicosomatica in Pediatria» e F. Antonella nei suoi più volte ricordati «Elementi di psicosomatica». Al Congresso Internazionale di Reumatologia, tenutosi a Praga nell'ottobre 1969, il Dott. Rimon, finlandese, presentò i risultati di uno studio effettuato sulla base di tre problemi. In quale misura sono rilevabili sintomi psico - patologici in un gruppo di soggetti affetti da reumatismo? Qual'è la frequenza delle depressioni reattive nell'artrite reumatoide e quali sono i loro effetti sull'evoluzione della malattia? Le tensioni psichiche influiscono sulla comparsa e sulle crisi evolutive della malattia?. «Gli studi e le ricerche minuziose fatte da tre medici su tre diversi gruppi di ammalati hanno dimostrato — come riferisce il Dott. Rimon — un significativo chiaro rapporto fra traumi psichici e condizioni psicologiche dei pazienti e l'insorgenza e il decorso dell'artrite reumatoide». «Nel corso della discussione, la maggior parte degli intervenuti hanno tuttavia cercato di minimizzare il fattore psichico; mentre sono stati d'accordo nell'affermare che in questo campo è necessario procedere con la massima prudenza». Non risulta che al successivo 13° Congresso Internazionale di reumatologia a Kioto nel 1973, qualcuno dei 2000 congressisti abbia osato toccare l'argomento dei fattori psichici. Forse obbedienti al consiglio di «massima prudenza» dei colleghi del precedente congresso. Dal che si desume che veramente la medicina ufficiale si sente bruciare da questi fastidiosi «fattori psichici». Solo il Presidente del Congresso, l'insigne Prof. Fernando Herrera Ramos di Montevideo, affermò la necessità di «un approccio multidisciplinare nel trattamento della malattia reumatica, che dovrebbe comprendere oltre alla terapia farmacologica, una consulenza psicologica». Ciò che ritengo determinante per dimostrare la causa psichica dei reumatismi, solo le prove ex-adiuvantibus, che posso fornire in grande quantità. Sono infatti numerosi i pazienti nei quali erano state accertate più volte, anche con ripetuti esami radiologici e di laboratorio, gravi reumoartropatie (curate inutilmente dalla medicina ufficiale) che poi sono guarite clinicamente e durevolmente con la psicoterapia ipnotica.
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