Pagina 1 di 6 Le malattie tumorali Tutti sanno che cos'è il cancro: il nemico più temuto dell'umanità, il morbo implacabile, inguaribile, innominabile; il male che non perdona, quasi un castigo divino, una condanna inesorabile alla quale nessuno sfugge. Nonostante lo sforzo di innumerevoli scienziati, considerati i migliori «cervelli» del mondo e i mezzi astronomici impiegati in misura sempre maggiore per lo studio, la prevenzione e la cura del cancro; il suo incremento è in continua inarrestabile ascesa, soprattutto nei paesi maggiormente impegnati in questa lotta. La medicina ufficiale, quasi per mascherare la propria impotenza in questo campo, esalta la realizzazione di ogni marginale progresso tecnico, ostentando notevoli successi. Il vaglio principale, la bilancia che indica le posizioni raggiunte e i successi conseguiti nella guerra contro tali malattie, è costituito dai Congressi Mondiali sul Cancro, che vengono tenuti ogni quattro anni. Nel 1970 ebbe luogo a Houston ( USA) il X di tali congressi (con 6000 scienziati partecipanti e circa 2800 lavori), senza che fossero scaturiti risultati sensibilmente utili per le cure del cancro. Nessuna luce per chiarirne la causa, che rimane sempre oscura. Nel 1974 si svolse in Toscana l' XI Congresso; il maggiore che sia mai stato organizzato nel mondo, con 8000 studiosi e 6000 comunicazioni, che venne definito «il congresso del ripensamento, della riflessione». Il suo segretario generale, il ben noto Prof, Umberto Veronesi, ebbe a dire in riferimento alle deludenti e costosissime ricerche degli ultimi cento anni: «Alcuni ritengono che, per raggiungere una soluzione definitiva e integrale, bisognerebbe addirittura ricominciare da capo.... naturalmente su basi nuove e con mezzi decuplicati... con l'identificazione e l'eliminazione dei fattori causali». La medicina ufficiale non recepisce tali autorevoli e non sospette affermazioni e, sorda a tutte le critiche, continua imperterrita con le infinite monotone sperimentazioni, ben retribuite ma inconcludenti, martirizzando inutilmente innumerevoli animali innocenti. Stupisce ancor più il fatto che lo stesso Veronesi che, oltre ad essere il più autorevole e indiscusso esponente degli oncologi italiani, ha ogni anno, se ben ricordo, il compito di ripartire ai vari ricercatori i parecchi miliardi destinati dallo Stato italiano agli studi sul cancro, non ha tenuto alcun conto di tali sue precedenti affermazioni. Simile in ciò il suo collega Georges Mathé, il più noto cancerologo francese; il quale nel suo libro «Inchiesta sul Cancro» riporta ampiamente le incerte e rifritte affermazioni e opinioni che da vari decenni costituiscono la solita rivoltata e rivoltante insalata intorno alle cause e alle terapie del cancro, che viene presentata in tutti i convegni, i servizi e i libri sui tumori. Anche il Mathé ha rimosso dalla coscienza e relegato nell'inconscio quanto in precedenza aveva affermato (« Medicine et Hygiène del Gennaio 1972»): «Non è impossibile che attualmente, con questa moda delle chemioterapie totali, questo metodo terapeutico uccida più ammalati di quanti non ne guarisca». Risulta così pienamente giustificata la tesi sostenuta da Ivan Illich, che cioè la crisi della medicina nei paesi industrializzati (compresi quelli scandinavi, l'Inghilterra e l'Unione Sovietica) è giunta a tal punto e a tale pericolosità che «può permettere al profano di rivendicare efficacemente il proprio controllo sulla percezione, classificazione e decisione sanitaria». «Il profano e non il medico ha la potenziale prospettiva e il potere effettivo per arrestare l'imperversante epidemia iatrogena». Per quanto riguarda le malattie tumorali, l'apparato preventivo e curativo della medicina che, specie negli Usa, raggiunge una grande perfezione, non è riuscito a rallentare il loro inesorabile progredire. Proprio gli Stati Uniti, i quali hanno profuso ingenti mezzi e il loro impegno morale nella lotta contro il cancro, hanno visto aumentare ulteriormente, in questi anni, il tasso d'incremento di tale malattia. |